Disidratazione
Concluse le operazioni di pulizia e selezione, devono essere eseguite una serie di osservazioni sul germoplasma (tegumenti, endosperma, cotiledoni, embrione, etc.) al microscopio per individuare anomalie o evidenziare caratteri peculiari dell'unità tassonomica analizzata. Viene inoltre determinato il contenuto di umidità dei semi, indispensabile per individuare i tempi e i modi della disidratazione per la successiva conservazione. Il tenore di umidità detennina in larga misura l'intensità della respirazione del seme, influendo sulla velocità dei processi metabolici e, di conseguenza, sulla longevità dei semi. Prima della disidratazione, i semi dovrebbero essere sottoposti a diversi test qualitativi, quali la determinazione della capacità germinativa e della vitalità; vi sono, inoltre, altre prove che caratterizzano geneticamente il seme ed altri aspetti importanti della fisiologia non evidenziati dal saggio di germinazione. La capacità germinativa rappresenta la percentuale di semi germinati (normali ed anormali). Rappresenta il parametro più usato per valutare un lotto di semi, ma non è sufficiente per esprimere altre componenti della qualità degli stessi. I saggi per determinare la vitalità forniscono una stima rapida della qualità del seme (indicano se il seme è "vivo" o no). La vitalità non deve essere confusa con la capacità germinativa, infatti, i semi vitali ma dormienti, non necessariamente germinano. Viene anche stimato il vigore dei semi che è definito come la somma totale di quelle proprietà che determinano il livello di attività ed il comportamento dei lotti durante la germinazione in una vasta gamma di ambienti. Il vigore non si può misurare attraverso un unico parametro perché è un concetto che comprende diversi aspetti del comportamento dei semi, tra cui la velocità e uniformità della germinazione e dello sviluppo delle plantule; la capacità di emergenza delle plantule in condizioni sfavorevoli; il comportamento in seguito alla conservazione (in particolare la capacità di mantenere la germinabilità iniziale). Semi vigorosi sono potenzialmente capaci di avere un comportamento ottimale in condizioni che non sono considerate ideali per la specie a cui appartiene il campione. Dopo tutti i test di vitalità, i semi possono essere classificati in due categorie principali in base alla loro risposta alla disidratazione ed al loro comportamento durante la conservazione. Il primo gruppo, definito dei "semi ortodossi", comprende quei semi la cui conservazione è sostanzialmente funzione del contenuto di umidità e della temperatura. Tale tipologia di semi può essere portata senza danni a bassi valori di umidità (anche a livelli molto inferiori rispetto a quelli raggiunti in condizioni naturali); la loro longevità aumenta con il diminuire della temperatura e del contenuto in umidità. Oggi i semi ortodossi sono anche chiamati "tolleranti alla disidratazione". Appartengono a questo gruppo la maggior parte dei semi delle specie che vegetano alle nostre latitudini. Il secondo gruppo, dei "semi recalcitranti", chiamati anche "sensibili alla disidratazione", comprende quei semi che non tollerano una disidratazione significativa rispetto al contenuto di umidità presente al momento della disseminazione (in genere variabile tra il 20 ed il 70%, ma più frequentemente tra 30 e 50%). Gli alti livelli di umidità, purtroppo, oltre a favorire una rapida germinazione, non tollerano temperature inferiori allo zero, in quanto i tessuti subirebbero danni determinati dal congelamento dell'acqua disponibile al loro intemo. Per la conservazione di questa tipologìa di semi si sta sviluppando una tecnica alternativa che prevede la crioconservazione in azoto liquido degli embrioni. Il calo di umidità dei semi può essere raggiunto in vari modi, compresa l'esposizione all'aria in ambienti asciutti, ventilati ed ombreggiati. Le banche del germoplasma però si affidano generalmente alle camere di disidratazione. Il materiale destinato alla disidratazione viene stoccato in una camera che, mediante deumidificatori e condizionatori d'aria, garantisce valori di umidità relativa del 10-15% e temperature comprese tra 10 e 25°C, per evitare che i tegumenti seminali subiscano brusche fratture e/o raggrinzimenti. Questo trattamento ha una durata diversa in funzione delle caratteristiche dei semi e può variare da 30 a 180 giorni. E' importante che i locali nei quali avviene la disidratazione permettano una buona circolazione d'aria. In queste condizioni i lotti vengono sottoposti a disidratazione ali"interno di buste di carta, sacchetti di tessuto traspirante o vaschette e pesati regolarmente per monitorarne il calo di peso. La disidratazione delle accessioni può essere raggiunta anche mediante l'utilizzo di dessiccanti artificiali quali il. gel di silice che viene messo a contatto con i semi in contenitori ermetici. Verificato che il contenuto di umidità sia inferiore al 15 % (con distinzioni tra semi aventi un alto contenuto in olii e semi a basso contenuto in olii), i semi sono considerati pronti per la conservazione a lungo termine.